“L’istruzione e la formazione sono le armi più potenti

 che si possono utilizzare per cambiare il mondo” (Nelson Mandela)

Durante quest’anno l’Opera, con la collaborazione della Fondazione La Pira, ha iniziato con alcuni giovani un percorso di formazione e approfondimento sulla politica. Nel testo che segue ne illustriamo le motivazioni e le modalità di svolgimento.

Lo scenario politico e sociale contemporaneo non è certamente rassicurante, ma è proprio in questi momenti che è necessario mettersi di nuovo in gioco: le crisi sono portatrici di cambiamento e occorre raccogliere la sfida per vivere questo tempo. Come giovani impegnati nell’Opera per la Gioventù “Giorgio La Pira”, in numerose occasioni abbiamo avuto modo di riflettere sul nostro essere cittadini in questo tempo, abbiamo incontrato esponenti politici, alcuni di noi hanno anche provato a impegnarsi in prima persona sul territorio e nelle istituzioni, e in ogni caso l’argomento è stato sempre al centro delle nostre discussioni. Lo scorso anno, a seguito di un incontro con Mario Primicerio, presidente della Fondazione La Pira, in cui è emersa la nostra completa sfiducia per i partiti e i politici del nostro tempo, ci siamo convinti che la politica dovrebbe e potrebbe essere ben diversa da quella che abbiamo visto negli ultimi vent’anni.

Nel nostro paese abbiamo un gran bisogno di una politica che si faccia servizio, cura dell’altro e della comunità. Ma la politica può essere veramente cura e servizio? Crediamo che a questo riguardo siano illuminanti le parole che nel 1951 Giorgio La Pira, sindaco di Firenze, pronunciò in consiglio comunale in conseguenza anche alla vicenda del nuovo Pignone disse: “io ve lo dichiaro con fermezza fraterna ma decisa: voi avete nei miei confronti un solo diritto: quello di negarmi la fiducia! Ma non avete il diritto di dirmi: signor sindaco non si interessi alle creature senza lavoro (licenziati o disoccupati), senza casa (sfrattati), senza assistenza (vecchi, malati, bambini, ecc.) E’ il mio dovere fondamentale questo: dovere che non ammette discriminazioni”.  

 

Questo il senso ed il motivo che ci ha spinto a pensare un percorso specifico di formazione al servizio in politica. Questo percorso, che è stato strutturato in forma seminariale, è iniziato nella scorsa primavera con incontri a cadenza mensile.  

La nostra associazione può essere un centro di orientamento per i giovani che come cittadini si domandano cosa possono fare per migliorare il tessuto sociale in cui vivono; tuttavia la paura che abbiamo è di parlare di politica solo in maniera superficiale, senza andare a fondo nello studio dei temi, secondo soltanto la contingenza, le fazioni di partito e opinioni dettate da preconcetti. Riteniamo necessari il rigore e la costanza della formazione, per favorire la comprensione e l’apprendimento di un metodo valido, efficace fondato sullo studio, il dialogo e il confronto.  

 Gli elementi che abbiamo posto alla base del nostro metodo di lavoro sono due: studio personale di testi e successivo confronto sui temi affrontati. L’obiettivo è duplice: da una parte creare un percorso di formazione aperto a diversi contenuti, che possa fornire elementi di riflessione e conoscenza rispetto ad argomenti complessi cui troppo spesso siamo abituati ad avvicinarci con superficialità; dall’altra permettere ad ognuno di esprimersi liberamente e manifestare le proprie idee. I quattro incontri si sono susseguiti da marzo a giugno, sotto l’attenta guida di Mario Primicerio e i giovani impegnati direttamente sono stati circa venti.

 

Per elaborare proposte nuove serve la creatività di una formazione basata sulla riflessione e sul confronto, non sulla omogeneizzazione delle opinioni: per riprendere Plutarco, “la mente non è un vaso da riempire ma un fuoco da accendere”. In un contesto culturale poco luminoso, è necessario trovare buoni compagni di viaggio che con noi comincino a sfregare pietre per accendere il fuoco di un dibattito profondo e fruttuoso. Come cristiani, portare chiarezza, impegno e luce nel mondo è un vero e proprio dovere. Il seminario si innesta quindi come comunità di sostegno e confronto. L’Opera ha, con un percorso del genere, la speranza e l’ambizione di essere un centro di orientamento e discernimento per chi si avvicina a questo impegno ed a questa vocazione. E’ necessario quindi ripartire dalla formazione: mentre dalla politica si fugge perché “tanto è una cosa sporca”, noi guardiamo con la forza della speranza al futuro, e prendiamo la rincorsa, rilanciamo puntando sulla formazione. 

Giulia Fantechi

Giacomo Poggiali