Firenze, 26/1/2016 – 51 anni dopo l’avventuroso viaggio di Giorgio La Pira in Viet Nam, Mario Primicerio, Presidente della Fondazione Giorgio La Pira e storico accompagnatore del Professore in quel viaggio “ai confini del mondo”, pubblica il diario di viaggio di quella storica spedizione, raccontando in un saggio l’impegno per la pace del “sindaco santo” negli anni Sessanta. La prima presentazione del testo, edito da Polistampa con prefazione di Romano Prodi, il prossimo sabato 30 gennaio alle ore 9.45 nell’Auditorium Santo Stefano di Siena (Piazza La Lizza, 2)
“La pace è indivisibile, e la situazione mondiale contemporanea ci fa rendere conto che l’umanità è sempre su uno stretto crinale, da una parte del quale sta la totale distruzione del pianeta”. Con queste parole Giorgio La Pira si rivolse a Ho Chi Minh nel corso della sua visita in Viet Nam nel 1965: un giovane Mario Primicerio, al suo fianco, ascoltava attentamente ogni parola, prendendo nota in un diario ogni giorno, assieme agli eventi più importanti del viaggio.
Un diario che il professor Primicerio, già sindaco di Firenze ed oggi presidente della Fondazione Giorgio La Pira, ha deciso di pubblicare all’interno del saggio intitolato “Con La Pira in Viet Nam”, una testimonianza approfondita dell’impegno dello statista per la pace mondiale. Il volume, con prefazione di Romano Prodi, sarà presentato per la prima volta sabato 30 gennaio alle ore 9.45 all’Auditorium Santo Stefano di Siena (La Lizza, 2). Con l’autore interverranno monsignor Giovanni Soldani, vicario generale dell’Arcidiocesi di Siena, Mario Sica, ambasciatore a Saigon ai tempi del conflitto, Gianni Bottalico, presidente nazionale dell’ACLI, e il giornalista Gaetano La Pira.
Il 1965 fu un anno chiave della guerra in Viet Nam, con l’inasprimento del conflitto a seguito dell’operazione Rolling Thunder e l’impiego diretto delle prime truppe militari statunitensi (a fine anno i soldati dislocati furono oltre 200 mila). Il viaggio di La Pira a novembre rappresentò il frutto di una lunga preparazione, e si colloca sulla scia dei Convegni della pace e della Civiltà cristiana, dei colloqui del Mediterraneo e della riunione dei sindaci delle principali capitali del mondo, tutti eventi organizzati dallo statista nel decennio precedente, in un periodo segnato dalla Guerra Fredda e da forti tensioni internazionali.
Nel suo soggiorno ad Hanoi, il sindaco di Firenze arrivò a risultati insperati: dopo i colloqui col Fronte della Patria Vietnamita e col colonnello Ha Van Lau, l’11 novembre incontra il Presidente Ho Chi Minh e il Primo Ministro Pham Van Dong. Il contenuto, le interpretazioni e le strumentalizzazioni di questo colloquio costituiscono il cuore del saggio di Primicerio, che al resoconto dettagliato dei suoi spostamenti a fianco di La Pira unisce approfondimenti sulla storia della guerra in Viet Nam e sulla situazione politica italiana e internazionale negli anni Sessanta.
L’iniziativa del sindaco di Firenze, osteggiata dagli ambienti U.S.A. vicini al presidente Lyndon Johnson, non portò evidentemente alla cessazione del conflitto, ma le soluzioni proposte, del tutto credibili e realistiche, si dimostrarono valide col passare degli anni, tanto da far guadagnare a La Pira l’appellativo di “profeta di pace”. “Dalle prove documentali che il presente libro ci offre – scrive Romano Prodi – si può davvero dedurre che un appoggio forte e deciso avrebbe permesso alla diplomazia italiana di giocare un ruolo di primo piano, proprio perché i contenuti politici delle iniziative di La Pira si sono dimostrati nel tempo vincenti sia nel caso dell’Algeria che del Viet Nam”.
“Quando il nostro Presidente del consiglio, Matteo Renzi – ricorda Mario Primicerio – è andato in visita ad Hanoi nel 2014, subito dopo essere arrivato mi ha mandato un sms ricordando proprio il viaggio di La Pira. Ricordo anche con una certa emozione quando nello stesso anno, invitato ad un congresso di matematica applicata in Viet Nam del Sud, senza che io dicessi nulla un funzionario del governo ritirò fuori i giornali del ’65 con la foto mia e di Giorgio La Pira: laggiù ricordano con grande simpatia e gratitudine questo tentativo fatto per la pace”.