Firenze anni Cinquanta
Rivive in una mostra l’epoca di Giorgio La Pira e del Giornale del Mattino
Firenze, 8 marzo 2019 – Una stagione politica e culturale per molti versi straordinaria: la Firenze degli anni Cinquanta, quella del sindaco Giorgio La Pira, della ricostruzione e dell’espansione urbanistica, della nascita dell’alta moda e del primo scudetto della Fiorentina, rivive nelle fotografie, nei documenti e nelle pagine del “Giornale del Mattino”. La mostra Firenze anni Cinquanta. La Pira e il “Giornale del Mattino” di Bernabei, a cura di Pier Luigi Ballini, promossa da Comune di Firenze e Fondazione La Pira e ospitata, a ingresso libero, dal 14 marzo al 3 maggio 2019 presso l’Archivio Storico del Comune di Firenze in via dell’Oriuolo 33 (orari: dal lunedì al sabato 10-13; aperture pomeridiane martedì e giovedì 14.30-17.30), sarà inaugurata mercoledì 13 marzo alle 18.30 dal sindaco di Firenze Dario Nardella e dal Presidente della Fondazione La Pira, Mario Primicerio.
È il 5 luglio 1951 quando Giorgio La Pira, candidato al Consiglio comunale come capolista della Democrazia Cristiana, viene eletto Sindaco. Nel corso del suo mandato la città si trasforma profondamente: si ricostruiscono i ponti distrutti dalla guerra, nascono nuovi quartieri come l’Isolotto, vengono costruiti alloggi popolari per i poveri e gli sfrattati. L’impegno del “sindaco santo” per la difesa del lavoro contribuisce al salvataggio di aziende storiche, i servizi sociali sono potenziati, anche le attività culturali hanno nuovo sviluppo. Convinto che Firenze avesse una missione da compiere, La Pira ne promosse la vocazione internazionale organizzando i Convegni per la pace e la civiltà cristiana, il Convegno dei Sindaci delle città capitali e i Colloqui del Mediterraneo.
I 27 pannelli illustrativi, disposti in un percorso ad accesso gratuito suddiviso in quattro sale, i materiali documentali custoditi in apposite bacheche, le immagini in loop e i contributi filmati riprodotti su megaschermo, ricostruiscono i momenti salienti di questa florida stagione cittadina con documenti esclusivi, fotografie d’epoca e, in particolare, attraverso le pagine del “Giornale del Mattino”, in quegli anni diretto da Ettore Bernabei. Il quotidiano, erede della Nazione del Popolo – organo del Comitato di Liberazione Nazionale della Toscana – nasce nel 1947 come “Il Mattino d’Italia”, per poi cambiare nome nel 1954. Vero e proprio esperimento politico-editoriale, il “Giornale” si dichiara “scritto in collaborazione con i lettori”, e si fa portatore di numerose innovazioni sia nella struttura e nella confezione del giornale, sia negli stessi contenuti di informazione: novità che saranno ben presto assorbite anche dalla stampa nazionale. Una speciale postazione dotata di touch screen permetterà di consultare un nucleo di oltre 400 pagine della storica testata selezionate tra diversi settori – politica, economia, cronaca, cultura, sport.
Il quotidiano di Bernabei non soltanto contribuì ad arricchire il dibattito politico del secondo dopoguerra, ma diede voce ai protagonisti della cultura letteraria e pittorica del tempo: un’apposita sala della mostra è dedicata alle opere che nel biennio 1954-1955 furono esposte, nella sede del giornale in via delle Ruote, da alcuni tra i principali innovatori della pittura italiana della prima metà del Novecento: Primo Conti e Ottone Rosai. A questi si aggiunge una scelta di quadri conservati nel Fondo del “Giornale del Mattino” di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, realizzati dagli artisti che a Firenze animarono la stagione pittorica immediatamente successiva: Dino Caponi, Renzo Grazzini, Silvio Loffredo e Bruno Rosai.
“Un decreto che esorta ciascuno a non rassegnarsi, invitando alla vera politica”
Dopo il riconoscimento ufficiale da parte della Santa Sede della “venerabilità” di Giorgio La Pira, la Fondazione La Pira esprime la propria gioia, il ringraziamento e un appello
Firenze – Nella mattinata del 5 luglio 2018, la Santa Sede ha pubblicato un bollettino ufficiale con il quale ha reso noto che il Santo Padre Francesco, ricevuto in udienza il Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha autorizzato la Congregazione a promulgare quattro Decreti, tra i quali quello riguardante le virtù eroiche del Servo di Dio Giorgio La Pira. In tempi eccezionalmente brevi si è giunti pertanto al tanto atteso pronunciamento conclusivo in merito al procedimento iniziato nel 1986 per l’iniziativa dei Padri Domenicani, dell’Istituto secolare dei Missionari della Regalità di Cristo e della Fondazione Giorgio La Pira, allora presieduta da Fioretta Mazzei, nell’ambito del quale la fase diocesana si era chiusa il 4 aprile 2005 e la documentazione trasmessa a Roma.
Ovviamente, è giorno di grande festa per la Fondazione La Pira, dalla quale il ringraziamento va innanzitutto a tre arcivescovi di Firenze: il cardinale Silvano Piovanelli, che aprì il processo diocesano, il cardinale Ennio Antonelli, che lo ha portato a termine, il cardinale Giuseppe Betori che ha seguito tutto l’iter romano fino alla sua conclusione. Un sentito ringraziamento va anche ai postulatori, Padre Innocenzo Venchi e il professor Vittorio Peri per la fase diocesana, e a padre Gianni Festa per la fase romana, così come a Maurizio Certini, infaticabile vice-postulatore. Un giorno di festa naturalmente anche per gli oltre cento associazioni e circoli che in tutta Italia sono intitolati a La Pira; una festa per la chiesa fiorentina e anche per tutti coloro, per fortuna molti di più di quanto non si creda, che si impegnano in politica perché “vogliono bene alle persone” come amava dire lo stesso La Pira.
Al di là della festa, occorre infatti ricordare che questo decreto ha la funzione di proporre l’esempio di La Pira, ora “venerabile”, (e l’esercizio eroico delle virtù, secondo definizione teologica) a tutti i cristiani, perché, come diceva La Pira, “la politica è un impegno di umanità e di santità“. L’impegno per combattere l’ingiustizia non è un optional: fa parte dei doveri fondamentali di ogni cristiano e di ogni persona umana. Quindi una grande responsabilità e un grande impegno, specie per chi ha avuto la grazia di conoscere La Pira da vicino. E pesanti come pietre sono le parole di Dom Helder Camara: “Nessuno ha il diritto di ascoltare La Pira ed accontentarsi di applaudirlo. L’unico omaggio che gli si può rendere consiste nel non risparmiarsi, nel rischiare, nell’adoperarsi perché la giustizia e l’amore aprano la strada alla pace… Colui che non vuole uscire dall’egoismo, dal perbenismo, dalla viltà non ha diritto di ascoltare La Pira!”.
La Fondazione La Pira coglie pertanto la gioiosa notizia per invitare tutti gli uomini di buona volontà impegnati nella società, ciascuno nel proprio ambito, a non rassegnarsi: è l’invito tracciato dalla vita di Giorgio La Pira ed è un invito alla politica, quella con la P maiuscola, come ha ricordato recentemente lo stesso Papa Francesco, cui nessun uomo che voglia amare può oggi sottrarsi.